martedì 26 giugno 2012

Un sorriso per Novi

"Qui abbiamo tutto, ci manca solo il sorriso" così ci hanno risposto le Mondine di Novi di Modena dopo l'ultimo terremoto che ha colpito anche la loro città. 
A quest' appello ha risposto un gruppo di associazioni di Rimini - e singoli cittadini - che ieri è andato a Novi a preparare un pranzo di solidarietà per le popolazioni vittime del sisma. 
Anpi di Rimini, Ass. Pompieri di Rimini, Comando prov. dei Pompieri, Aeroporto di Rimini e alcuni pescatori della città, aiutati da altri sostenitori, come i panifici Cupioli e Monaldini che hanno fornito il pane, Coop Adriatica per la nutella, Adria Web per il sostegno, Riviera Piada per la piadina, l'azienda agricola Agriverde di San Mauro Pascoli per l'insalata, hanno messo in tavola circa 600 coperti con i prodotti tipici della nostra terra e del nostro mare, per dare un segno di vicinanza e riportare il sorriso sui visi a noi amici!
Abbiamo portato il nostro pesce azzurro, la nostra piada e il nostro sangiovese per fare in modo che EmiliaRomagna sia senza trattino...


piada...

pulitura...

condimento...

e cottura dei sardoncini
stoccaggio dei prodotti

...

le tende del campo 'angelina'

le scarpette rosa di safra

safra, a rappresentare i tanti bimbi del campo
infine un regalo delle Mondine...




giovedì 21 giugno 2012

Cina 2012-Religion

Un altare con del cibo in ogni luogo pubblico

Isola di Lantau - il grande Budda seduto

Un budda su ogni cruscotto

Ex-voto (?)

Lucky cat
Ce n'è per tutti i gusti!

mercoledì 20 giugno 2012

martedì 12 giugno 2012

#Save194


Sembra, ogni volta, di dover ricominciare da capo. Facciamolo, allora, e partiamo da una domanda. Questa: “tutte le donne italiane possono liberamente decidere di diventare madri?”. La risposta è no.
Non possono farlo, non liberamente, e non nelle condizioni ottimali, le donne che ricorrono alla fecondazione artificiale, drammaticamente limitata dalla legge 40.
Non possono farlo le donne che scelgono, o si trovano costrette a scegliere, di non essere madri: nonostante questo diritto venga loro garantito da una legge dello Stato, la 194.
Quella legge è, con crescente protervia, posta sotto accusa dai movimenti pro life, che hanno più volte preannunciato (anche durante l’ultima marcia per la vita), di volerla sottoporre (di nuovo) a referendum.
L’articolo 4 di quella legge sarà all’esame della Corte Costituzionale - il prossimo 20 giugno - che dovrà esaminarne la legittimità, in quanto violerebbe ” gli articoli 2, (diritti inviolabili dell’uomo), 32 I Comma (tutela della salute) e rappresenta una possibile lesione del diritto alla vita dell’embrione, in quanto uomo in fieri”.
Inoltre,  quella legge è svuotata dal suo interno da anni. Secondo il Ministero della Salute sono obiettori sette medici su dieci (per inciso, i cattolici praticanti in Italia, secondo i dati Eurispes 2006, sono il 36,8%): in pratica, si è passati dal 58,7 per cento del 2005 al 70,7 per cento del 2009 per quanto riguarda i ginecologi, per gli anestesisti dal 45,7 per cento al 51,7 per cento e per il personale non medico dal 38,6 per cento al 44,4 per cento. Secondo la Laiga, l’associazione che riunisce i ginecologi a difesa della 194, i “no” dei medici arriverebbero quasi al 90% del totale, specie se ci si riferisce agli aborti dopo la dodicesima settimana. Nei sette ospedali romani che eseguono aborti terapeutici, i medici disponibili sono due; tre (su 60) al Secondo Policlinico di Napoli. Al Sud ci sono ospedali totalmente “obiettanti”. In altre zone la percentuale di chi rifiuta di interrompere la gravidanza sfiora l’80 per cento, come in Molise, Campania, Sicilia, Bolzano. Siamo sopra l’85% in Basilicata. Da un’inchiesta dell’Espresso di fine 2011, risulta che i 1.655, non obiettori hanno effettuato nel solo 2009, con le loro scarse forze, 118.579 interruzioni di gravidanza, con il risultato che più del 40% delle donne aspetta dalle due settimane a un mese per accedere all’intervento, e non è raro che si torni all’estero, alla clinica privata (o, per le immigrate soprattutto, alle mammane). Oppure, al mercato nero delle pillole abortive.